mercoledì 11 luglio 2012

I libri, al tempo della crisi...

"No, la crisi non c'è perché i ristoranti sono pieni."


La parola crisi è, da sempre, così presente sui giornali, che quasi si fa fatica a crederci. Ma intanto l'Europa diventa sempre più debole, le forbici del governo tagliano tutto ciò che possono tagliare senza che chi ci governa debba perdere una sola lira ("armiamoci e partite"), i livelli di disoccupazione aumentano e nessuno sembra avere delle risposte efficiaci.
Personalmente penso che il nostro modello di sviluppo, quello del "sfrutta la Terra fin che puoi disinteressandoti delle conseguenze" sia al capolinea.
Ma non è questo ciò di cui volevo parlare. Piuttosto volevo evidenziare un dettaglio piccolo piccolo.
Periodicamente mi arriva a casa "Il Libraio", pubblicazione gratuita che una serie di editori associati usano per pubblicizzare i loro libri.
Iri sera ho trovato la nuova copia nella cassetta postale, solo che sembrava essere finita in lavatrice ed essersi ristretta.  È diminuito notevolmente il numero  delle pagine e si è ristrestto anche il formato, passando da quello classico delle riviste da edicola a una specie di versione pocket.
In tempi come questi, prendendo in mano quella copia, non ho potuto pensare altro che "ecco un altro piccolo segno della crisi".

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